“Ph’nglui mglw’nafh Cthulhu R’lyeh wgah’nagl fhtagn”
(H.P. Lovecraft, The Call of Cthulhu)
Il polpo, questa meravigliosa creatura invertebrata, comunemente quanto erroneamente chiamata “polipo”, capace di prodezze incredibili come passare attraverso qualsiasi fenditura, anche minuta, purché grande abbastanza da far passare il suo becco, o di cambiare repentinamente colore per mimetizzarsi e comunicare con i suoi simili.
Queste creature generano un perverso misto di fascinazione ed inquietudine per la loro alienità dall’essere umano, tanto d’aver solleticato di più di un autore nei secoli con questa dicotomia. Impossibile non pensare al terrificante Grande Antico Cthulhu, descritto da Lovecraft dal volto simile ad una piovra ed omaggiato in questo numero da Simone Giraudi, ma sovviene anche la tradizione erotica giapponese, che ha ritratto queste creature in ben più insolite performances, alla quale si richiama il fumetto della nostra Serena Bosca.
Un percorso tortuoso e avvolgente proprio come i tentacoli del suo protagonista, che vi porterà tra abissi al contempo minacciosi e affascinanti, tra seduzione e raccapriccio culinario con perfino un salto nel Museo di Storia Naturale di Mdina, sull’isola di Malta.
Luca Malkamok Romano
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